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Titre | Il cannocchiale aristotelico, o sia idea delle argutezze heroïche, vulgarmente chiamate imprese, e di tutta l’arte simbolica e lapidaria, esaminata in fonte co’ rettorici precetti del divino Aristotele, che comprendono tutta la Rettorica, e Poetica elocuzione |
Auteurs | Tesauro, Emmanuele |
Date de rédaction | |
Date de publication originale | 1654 |
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, p. 53-54
Ma talvolta gabbando si condiscono le imagini con motti falsi. Onde un’humorista, vedendo dipinto al naturale un dottore in medicine, et un altro in leggi : scrivè sotto a quello : non occides ; e sotto a questo : non furtum facies. Et un bizzarro pittore, per trattar di pazzi tutti gli uomini del mondo, espresse in un quadro due Pazzarelli ridenti ad una grata, con queste parole : noi siam tre : contando per terzo pazzarello colui che li mirava. Et potea sicuramente scrivere : noi siam quattro : contando il pittore per il primiero. Un’altro nella stessa tema, dipinse un pazzo, in habito compassato a verde e giallo, col capperone in testa ; che con l’una mano teneva una vescica, e con l’altra il volante, con cui sogliono i fanciulli giocolar contro il vento. Ma in iscambio di faccia gli havea dipinto il Mappamondo ; per significare che tutto il Mondo è matto ; appostovi il detto di colui che fù il più savio, et il più matto di tutti gli uomini : stultorum infinitus est numerus. Ma il Buonarotti, rè de’ pittori, et conseguentemente de’ capricciosi, con due parolette fè dar ne’ rotti disperatamente un suo rivale. Peroch’entrato di furto nella officina di lui ; e vedutovi una caccia studiosamente dipinta ; preso un penello, andò sottoscrivendo a ciascuna figura il suo nome. questi e un cane. questa e una lepre. questo e un albore. Ecco novello stile di satira ; calonniar con la verità, e mordere altrui con parole innocenti. Questo fù un dire : Il pittore è un bufalo ; quasi le sue figure fosser così disfigurate, e lontane del naturale, che a fatica si potesser conoscere senza il nome. Ma l’offeso non andò cercar la vendetta fuor de’suoi scudellini. Peroché riconosciuto lo scrittor della scrittura ; pinse nel medesimo quadro un Diavoletto in guisa di Satiro ; il qual tenendo la tavolozza e il penello ; con occhio livido si stava nascosamente guatando quello caccia da certi arbusti. Et al di sotto vi scrisse : questi e michel’angelo bonarruoti.
Dans :Peintres archaïques : « ceci est un bœuf »(Lien)
, « Arguzie umane », p. 27
Anzi tanto vale la voce « arguto », quanto « ingegnoso ». Questo appare assai chiaro nella pittura e nella scultura : però che color che sanno perfettamente imitar la simmetria de’ corpi naturali si chiamano artefici dotti ; ma quei soli che pingono argutamente si chiamano ingegnosi. Pittore ingegnoso era Timante, perciò che (siccome scrive Plinio secondo) « in omnibus ejus operibus intelligitur plus semper quam pingitur » : ecco l’argutezza laconica ; « et cum ars summa sit, ingenium tamen supra artem est ».
Dans :Timanthe, Le Sacrifice d’Iphigénie et Le Cyclope (Lien)
, "Idea delle Argutie Heroiche vulgarmente chiamate Imprese", p. 122-123
Ma questi [[: Zeusi et Parrasio]] finalmente dipinser cose, che si potean dipingere. Molto più arguto et ingegnoso fù Apelle, il qual, sicome scrive il medesimo historiografo, pinxit ea quae pingi non possunt. Egli fù il primo à far veder le cose invisibili con visibili simulacri. Laonde volendo spiegare in pittura, che Alessandro non solamente vinse la Persia con la Guerra; ma vinse la Guerra con la Pace; metaforicamente dipinse il Furor bellico in sembianza di un Giovane furibondo o rabuffatto, pieno gli occhi di fuoco, spumoso le labra di sangue: carico di ferite, et di catene: con le armi fracassate, et con le mani a tergo, legate al carro del trionfante. Da questo originale copiò Virgilio il protratto del Furor bellico incatenato da Augusto dentro al Tempio di Iano.
Dans :Apelle et l’irreprésentable(Lien)